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Margherita di Savoia, 13enne travolto dal mare

DiRosaria Albanese

Giu 24, 2025

MARGHERITA DI SAVOIA – Tragedia sul litorale. Un altro giovane volto che il mare ci porta via troppo presto. Morto il ragazzo di 13 anni, di nazionalità rumena residente a San Ferdinando di Puglia, soccorso sabato pomeriggio dopo un malore improvviso mentre era in acqua. Travolto nello spazio di spiaggia libera risputato da mare sulla rivai del Lido Sport a Margherita di Savoia.

Margherita di Savoia, 13enne travolto dal mare

Nonostante la corsa contro il tempo, l’intervento dell’eliambulanza e il trasporto all’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, l’intervento dei medici che hanno tentato in ogni modo di salvarlo, il cuore del giovane ha cessato di battere poco dopo l’arrivo in ospedale. Sotto choc la famiglia, i presenti, i soccorritori. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine per ricostruire con esattezza la dinamica.

Oggi, come allora, il dolore lascia senza parole. Esattamente un anno fa, un’altra giovane vita – un sedicenne in gita con una cooperativa lucana – perse la vita nello stesso mare. Anche allora ci furono urla, corse, tentativi disperati, una comunità stravolta, e lo stesso identico interrogativo sospeso: perché non c’è un presidio sanitario fisso, attrezzato e pronto a intervenire in una località balneare così frequentata e vasta?

Margherita di Savoia, con le sue spiagge ampie e le giornate affollate da turisti e famiglie, resta sprovvista di una postazione medica strutturata sul posto. Nei casi più critici la vita di un ragazzo resta appesa alla tempestività di un’ambulanza, alla disponibilità di un elicottero, alla distanza da un ospedale attrezzato. E troppo spesso, il tempo gioca contro.

Non è il momento della polemica, ma del rispetto e della responsabilità. Non possiamo archiviare anche questa tragedia senza porci domande serie. Perché se le urla di una madre sulla sabbia non bastano più a smuovere le istituzioni, cosa lo farà?

Oggi piangiamo un figlio, un compagno di giochi, un alunno che non tornerà sui banchi a settembre. Piangiamo anche la sensazione di essere, ancora una volta, impreparati.

Che almeno questo dolore generi una risposta. Che la morte di questo giovane non sia l’ennesimo nome su una statistica estiva, ma l’inizio di un impegno concreto: dotare Margherita di Savoia – e le località costiere più esposte – di presìdi salvavita, attivi, visibili, formati, costanti.

Solo così potremo guardare in faccia il mare senza più abbassare lo sguardo.

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